DISLESSIA KO podcast - 10 Il corpo che legge
Quando la postura racconta, sostiene o ostacola il piacere della lettura
Oggi in questo decimo episodio di Dislessia KO ti parlerò di quanto l’atteggiamento del corpo, la posizione della testa, la respirazione e il coinvolgimento motorio possano favorire oppure ostacolare i processi di apprendimento della lettura.
Scopriremo insieme come la postura non sia un dettaglio secondario, ma una parte integrante del modo in cui un bambino entra in relazione con il testo scritto, e con se stesso.
Il corpo che legge
Immagina un bambino seduto sul bordo della sedia, schiena curva, spalle contratte, testa inclinata in avanti su un tablet o su un foglio, magari piegata su un lato.
È una scena comune. Eppure, ogni elemento in questa postura racconta qualcosa: non solo un'abitudine corporea, ma anche uno stato emotivo, una disposizione interiore, un modo – spesso inconsapevole – di affrontare la lettura.
Jean Le Boulch, fondatore della psicomotricità funzionale, sosteneva che “l’atto motorio è l’espressione dell’essere nel mondo”.
Quando un bambino legge, il corpo non è neutro.
Il corpo partecipa, esprime, compensa o si blocca.
E la lettura ne risente profondamente.
Postura e apprendimento
Una postura corretta favorisce l’ossigenazione, l’allineamento visivo, la concentrazione, il comfort.
Una postura scorretta, al contrario, riduce la disponibilità cognitiva e affatica il sistema nervoso.
Cosa succede quando il collo è piegato per guardare uno schermo?
La respirazione si fa più corta, lo sguardo tende a fissarsi, la percezione del corpo si riduce.
Lo stesso accade se il banco è troppo alto o troppo basso, se la luce è mal posizionata, se la sedia non sostiene bene.
La lettura non è mai solo una questione di occhi e cervello: è sempre un’esperienza integrata. La prossemica, cioè la relazione tra corpo, spazio e oggetti, è parte della lettura tanto quanto la decodifica delle lettere.
Le conseguenze nascoste
Una posizione contratta può segnalare tensione, insicurezza, disabitudine a stare in una postura prolungata.
Ma può anche essere la causa stessa di una fatica di lettura: spalle tese, respiro trattenuto, sguardo sfuggente o troppo concentrato generano un circuito vizioso in cui leggere diventa più difficile… e più spiacevole.
In molti bambini che non amano leggere si osserva proprio questo: il corpo “rifiuta” l’esperienza, si difende, si sottrae.
La lettura non è percepita come un’attività coinvolgente, ma come una costrizione.
Cosa osservare: il linguaggio del corpo
Quando un bambino legge, prova a notare:
Com’è posizionata la schiena?
È sostenuta o curva?
La testa si muove insieme agli occhi o rimane ferma?
Le gambe sono stabili a terra, con i piedi ben appoggiati, o in movimento continuo?
Il respiro è fluido o trattenuto? (e abbiamo già parlato diffusamente della respirazione nel settimo episodio)
Le mani stringono il libro o lo accompagnano?
Non si tratta di correggere subito, ma di osservare con attenzione e curiosità.
Ogni segnale è un’informazione preziosa sul modo in cui quel bambino sta “vivendo” la lettura.
Attivare il corpo per attivare la lettura
Spesso si pensa che, per leggere bene, basti esercitarsi sulla tecnica.
Ma se il corpo non è pronto, disposto e “a posto”, la mente non riesce a collaborare.
Leggere è un atto profondo di presenza.
E la presenza è un fatto posturale, respiratorio, relazionale.
L’episodio 7 – “Il respiro della lettura” – ha già introdotto quanto la respirazione sia legata alla lettura fluida.
Qui aggiungiamo: il corpo intero sostiene la mente che legge.
E se lo prepariamo bene, leggere diventa più facile e piacevole.
Attività pratiche - preparare il corpo alla lettura
La posizione consapevole
Invita il bambino a sedersi in modo stabile: piedi a terra, schiena appoggiata, testa allineata.
Fagli tenere per un minuto questa posizione, respirando lentamente.
Poi iniziate a leggere.
Obiettivo: Favorisce la regolazione posturale e la concentrazione.
Il libro che segue il corpo
Prova a cambiare posizione insieme al bambino: seduti per terra, distesi, a pancia in giù, sul divano.
Chiedigli: “In quale posizione ti piace leggere di più?”.
Obiettivo: Aiuta a trovare una relazione personale, affettiva e funzionale con la lettura.
Il respiro che accompagna
Prima di leggere, fai 3 respiri profondi con il bambino.
Poi, mentre legge, invitalo a inspirare tra una frase e l’altra.
Obiettivo: Aiuta a regolare il ritmo, a mantenere l’attenzione e a rendere l’esperienza più rilassata.
Quando qualcosa non va - segnali di attenzione
Se il bambino: si lamenta di mal di testa o mal di collo dopo aver letto, evita la lettura o dice che è faticosa, si muove troppo durante la lettura, stringe le spalle o serra la mandibola, non pensare subito a un disturbo specifico.
Potrebbe essere solo un problema di postura, spazio, luce, abitudine.
Prima di cercare soluzioni complesse, osserva e modifica l’ambiente o aiuta il bambino a pensare al proprio corpo, ad esempio con un breve esercizio di respirazione.
Riflessione finale - educare il corpo, educare alla lettura
La lettura è un gesto corporeo, emotivo, mentale.
Non possiamo pretendere attenzione e comprensione da un bambino che si sente scomodo, contratto, costretto.
Maria Montessori ricordava come: “L’educazione non è qualcosa che il maestro fa, ma un processo naturale che si sviluppa spontaneamente nel bambino.”
Educare i bambini a leggere significa anche offrirgli uno spazio adatto, una posizione che li accolga, un tempo senza fretta, far loro notare che hanno un corpo che può rilassarsi e collaborare al loro servizio.
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